Valle Camonica
La Valle Camonica, vallata tra le Prealpi bresciane, è nota in tutto il mondo per il suo ricco patrimonio d’arte rupestre. Le incisioni su roccia sono il motivo di vanto che ha fatto sì che tutta la valle nel 1979 venisse riconosciuta come sito UNESCO: il primo in Italia.
Tra questi antichi messaggi su pietra, dislocati in più punti sui due versanti bagnati dal Fiume Oglio e lungo le vallate laterali, si riconoscono anche delle abitazioni. Strutture a palafitta, la cui impostazione ricorda la cifra abitativa dell’arco alpino giunta fino al secolo scorso.
Al piano terra la stalla, ricovero notturno ed estivo delle bestie; a quello superiore qualche stanza in cui condividere la quotidianità. Sotto gli spioventi del tetto in legno, strutturato così da far scivolare a terra le copiose nevicate, dei locali areati per far seccare e conservare il fieno, o la segale.
Queste strutture sono giunte fino a noi in costruzioni tipiche come quelle conservate nello splendido centro storico di Vione, paese-casa di un laboratorio permanente di architettura. Assumono nomi diversi con le diverse inflessioni del dialetto locale – spesso cangiante di paese in paese – e qui si chiamano “tabià“.


Questa vallata alpina, in posizione trasversale tra il Lago d’Iseo e il Passo del Tonale, ha sempre avuto una valenza strategica per le comunicazioni tra territori limitrofi, eppure diversi. Naturale apertura attraverso le Alpi per i Romani, corridoio di passaggio per la Serenissima, punto da cui transitare per raggiungere la Svizzera protestante.
Tanti i popoli che da qui sono passati, ognuno lasciando una peculiarità che ancora riverbera nel panorama culturale, stilistico e architettonico locale.
Tanti i nomi di architetti e artisti di pregio che qui sono vissuti, o che alla valle hanno lasciato in pegno un’opera, una firma, un monito imperituro alla riflessione.
Aspetti che il turista oggi può cogliere grazie a percorsi dedicati alla riscoperta di un territorio che, ora come allora, continua ad avere tanto da offrire. Dalle piste da sci al temperato abbraccio del lago. Dai centenari boschi di castagni a chiesette romaniche abbarbicate lungo i pendii.
Il tutto, arricchito dall’esperienza delle abili mani artigiane che nel corso dei secoli hanno saputo tramandare tradizioni antiche di lavorazione del legno, della pietra, del ferro. Elementi che ancora oggi danno forma all’ingegno costruttivo dei nostri architetti, attenti al recupero dell’esistente applicando la filosofia dell’intervento minimo.
Integrandosi in un paesaggio montano capace di recepire il cambiamento e l’innovazione, così come di salvaguardare la bellezza di un passato sempre presente tra noi.

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